La storia di Fucina
Il 20 luglio 2015, a Verona, quattro persone si trovano a cena davanti a una pasta alla cubana. Sono tre musicisti, Stefano Soardo violinista e violista, Pietro Battistoni violinista, Rebecca Saggin oboista, e una drammaturga, Sara Meneghetti. Hanno finito da poco l’Accademia o il Conservatorio, hanno dei diplomi in alta formazione artistica e un obiettivo chiaro, fare il lavoro per cui hanno studiato. Le opportunità non cadono dal cielo, sarebbe forse più facile cercarle altrove, ma l’idea qui è di provare a crearsele qui, nella bella Verona dove sono nati.
Nasce così Fucina Culturale Machiavelli, startup culturale il cui nome è ispirato al gioco delle carte, dall’idea che l’arte, e soprattutto l’impresa di vivere d’arte, debba continuamente rimescolare i semi e i numeri, saper accostare linguaggi diversi, reinventarsi per restare in dialogo con una società che evolve velocemente.
Nasce in modo completamente indipendente, con un prestito bancario trovato con fatica, dopo diverse porte chiuse in faccia, e con due principali obiettivi: aprire nel cuore di Verona uno spazio off che diventi punto di riferimento per un nuovo pubblico under 40 e non solo, e creare lavoro per una generazione di giovani artisti, musicisti, attori, scrittori, registi, professionisti dello spettacolo.
Nell’autunno del 2015 Fucina trova una casa, un vecchio cinema dal passato importante ma chiuso da anni, lo prende in affitto e lo ristruttura. Il palco viene ridipinto, vengono costruite le strutture per supportare un impianto audio e luci professionale, viene completamente ridisegnato e reinventato un foyer con un bar, destinato ad essere il secondo cuore di Fucina dopo il palcoscenico, vengono fatti investimenti per il materiale tecnico, il primo anno di affitto, le prime produzioni e le prime ospitalità.
Nel frattempo il gruppo cresce e nasce l’Orchestra Machiavelli, il nucleo è un gruppo di ragazzi che hanno già suonato insieme, ma mai in modo stabile, mai con una vera casa. E nasce, con la direzione artistica dei quattro soci fondatori, il primo cartellone: L’Arte Non è un Gioco sono le parole scelte per raccontarlo. Sono 23 appuntamenti tra spettacoli – con molte ospitalità di compagnie emergenti da tutta Italia e una produzione originale, Cecità – e concerti, cinque produzioni originali con protagonista l’Orchestra Machiavelli e diverse collaborazioni, con il mondo del folk e della musica italiana.
In una corsa contro il tempo il 12 dicembre lo spazio viene aperto, il pubblico entra. E fa il proprio gioco.
Nel corso delle prime due stagioni le produzioni si moltiplicano, e così i collaboratori di Fucina, professionisti dello spettacolo, regolarmente assunti per ogni concerto o spettacolo, tutti retribuiti come prevede lo statuto che la sostiene. Gli unici non retribuiti sono i membri del direttivo, ai quali si aggiunge presto anche Sara Ricci, cantante e organizzatrice dello spettacolo, che è Responsabile dell’Ufficio Stampa e della Formazione di Fucina.
Nel 2017 nasce infine la compagnia residente Scena Machiavelli, composta da Anna Benico, Sabrina Carletti, Mirko Segalina e Stefano Zanelli. La loro prima produzione, Fake is the new real, debuttato con successo nel dicembre 2017.
La vision di Fucina
Musica e teatro per creare cultura, di nuovo percepita come elemento fondante della vita dell’uomo, eredità e scambio intergenerazionale, linguaggio che trascende le differenze.
La cultura è una goccia che scava il solco nella roccia della società per leggerla, interrogarla e pensarla migliore.
La mission
Vogliamo creare un’impresa che dia lavoro stabile a giovani artisti, che esporti l’eccellenza italiana nel mondo e renda vivo uno spazio off a Verona che tutti sentano proprio. Vogliamo essere un centro di produzione fecondo di contaminazioni, a cui anche il pubblico possa contribuire con una visione attiva e partecipe; vogliamo giocare con i generi e le arti come è possibile fare solo con un mazzo di carte.