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Sara Meneghetti

Andrea Cimitan aka NME

Dalla strada all’incontro con un’orchestra, NME ci racconta come è diventato beatboxer

By Musica, Stagione 17.18No Comments

Il concerto d’inaugurazione della terza stagione di musica di Fucina Culturale Machiavelli, #PaesaggiSonori, si intitola Suburbia Symphony e ha come filo conduttore la strada. Tra i brani eseguiti il prossimo 18 novembre, insieme a Boccherini, Barber e Copland, ci sarà il Concerto per Beatbox, Lukasz e Orchestra, scritto per l’occasione da Stefano Soardo.
NME ci racconta come è diventato beatboxer e perché.

Conosciamo meglio uno dei nostri solisti.

Si chiama Andrea Cimitan, aka NME, è nato a Treviso ed è giovanissimo. A soli 19 anni ha già vinto il suo primo contest europeo, in Polonia, nella categoria Loopstation. A novembre sarà protagonista di un concerto che lo vede esibirsi con un’orchestra d’archi, l’Orchestra Machiavelli, in un concerto scritto apposta per lui da Stefano Soardo, all’inaugurazione della terza stagione di musica e teatro di Fucina Culturale Machiavelli, a Verona.

Andrea, raccontaci come ha iniziato a fare beatbox.

Ho cominciato circa 8 anni fa. Ero nel mio periodo Michael Jackson, ho visto il video di questo beatboxer che faceva Billie Jean e sono impazzito: come cavolo si fa? Devo imparare. Poi ho scoperto che anche Michael Jackson era beatboxer, si era creato un suo stile.

Così ho iniziato a riprodurre i primi suoni di batteria: grancassa, rullante, piatti. Ma non ho approfondito la cosa fino a qualche anno dopo, quando ho iniziato a scoprire che questa è una vera e propria arte, attorno alla quale esiste anche una community. E ho iniziato sul serio.

Insieme ad altri ragazzi di Treviso abbiamo creato un gruppo, ci chiamavamo i BEATUBER. Insieme abbiamo fatto i primi eventi e contest in giro.

In giro dove?

All’inizio feste studentesche, qualche locale, poi abbiamo organizzato anche eventi insieme a Broke e a Puppet family (scuola di ballo ndr). Poi il gruppo si è sciolto e sono entrato in gioco con Italian Beatbox Family. Sono entrato inizialmente come membro e poi anche nel direttivo, e ho conosciuto beatboxer da tutta la penisola. Nei primi contest ho iniziato a farmi un buon nome e quest’estate sono stato in Polonia, al World Beatbox Camp  festival alla sua prima edizione. L’evento propone diverse competizioni aperte al pubblico, con beatboxer da tutto il mondo, compresi quelli di fama internazionale.

Qui sono riuscito a passare le selezioni in tutte le categorie, sono arrivato in finale su due categorie e ho vinto la categoria LOOPSTATION. E’ stato un bel traguardo perché era la prima volta che un beatboxer italiano riusciva ad arrivare in finale e vincerla.

Quindi adesso ti stai concentrando sulla Loopstation?

È la cosa su cui lavoro di più ultimamente, espande la mia arte. Permette di comporre musica dal vivo sulla base della tua voce e della tua musica. Ti mette in gioco con la voce, oltre che con la percussione vocale. E richiede anche qualche competenza sull’armonia, sulla composizione. Ho appena fatto il video entry per la selezione della vera competizione internazionale di Loopstation.

 

 

Quali sono le altre categorie di beatbox?

La categoria SOLO è la categoria base: sei tu, microfono e pubblico, in contest con un altro beatboxer, votati da una giuria composta da campioni. Poi ci sono le categorie TAGTEAM, in coppia, e TEAM, dai 3 ai 5 elementi.

Immagino sia importante essere molto affiatati.

Certo, ma in più per le battle solitamente ci si prepara lo show da due minuti, durata del round. L’affiatamento è fondamentale, ma anche la preparazione conta.

Cos’è la cosa che più ti attira del beatbox?

Il beatbox è un’unione tra la musica e le lingue. Mio papà mi ha fatto ascoltare tanta musica (classica, jazz, ma anche Branduardi, Battisti) e ascoltare tante lingue diverse. Capitava che chiedesse a qualche suo amico straniero di stare con me e parlarmi nella sua lingua. Ho sempre avuto facilità nell’apprendere le lingue e ho sempre avuto un ottimo orecchio musicale. Il beatbox è una fusione di entrambe le cose. E’ una forma di espressione che prevede un movimento come se stessi parlando. Stanno facendo studi ad Harvard a questo proposito: i metodi di apprendimento che si innescano e gli automatismi che si mettono in atto nell’esecuzione (non sto a pensare come muovo la bocca o come dico la erre) sono gli stessi nel bambino che impara una lingua. E’ tutta questione di entrare nel flow, come quando parlo non mi concentro sulla pronuncia delle parole ma sto nel discorso, nel senso del discorso, così quando faccio beatbox non sto a concentrarmi sula parte esecutiva ma entro nel flow, che mi viene naturale.

La scelta del beatbox all’interno di questo concerto nasce dal legame di quest’arte con la strada. Anche per te c’è stato questo legame?

Sì, le prime esibizioni, le prime volte in cui ho dimostrato che sapevo fare beatbox, sono state le situazioni insieme agli MC’S, i rapper freestyle che facevano contest per le strade e avevano bisogno di qualcuno che gli facesse da base musicale. Questa è una cosa importante perché oggi a volte i ragazzi iniziano direttamente dai video di youtube, che però rischiano di limitarti per quanto riguarda la potenza del suono. Se inizi dall’accompagnamento invece ti concentri sulla potenza, acquisti controllo sul respiro.

Il 18 dicembre farai beatbox insieme a un’orchestra classica, l’Orchestra Machiavelli. Cosa ti aspetti da Suburbia Symphony?

Mi aspetto una gran figata. Non mi sono mai messo seriamente a studiare musica quindi all’inizio non è stato semplice, non ho mai visto il mio beatbox scritto su un pentagramma, ma credo sarà molto interessante, anche perché è una sperimentazione fatta pochissime volte, e mai qui in Italia. Spero anche il pubblico resti affascinato.

Ultima domanda, che facciamo a tutti gli artisti: qual è stato il rischio più grande che hai corso?

E’ stato durante la finale di questo contest in Polonia: ho rappato in Italiano. Tutta la costruzione con la loopstation era venuta molto bene e piaceva, ma rappare in italiano era un azzardo. Appena ho iniziato hanno cominciato tutti a impazzire, a fare pogo assurdo, di quello  spacca caviglie strappa magliette, anche se non capivano niente il flow era giusto. Era l’ultimo round dell’ultima battle.

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Suburbia Symphony

 

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Nell’estate 2017 di Verona torna Cecità spettacolo al buio.

By estate2017, Teatro
Quest’estate torna a gran richiesta lo spettacolo teatrale che vi ha fatto emozionare con gli occhi chiusi! Dopo il successo del suo debutto ci è sembrato giusto riproporre a Verona per l’estate 2017 lo spettacolo di teatro contemporaneo di Fucina Culturale Machiavelli!

CECITA’
uno spettacolo al buio

di Fucina Culturale Machiavelli
liberamente ispirato al romanzo di J. Saramago
1-2 luglio
Forte Sofia
repliche alle ore 18, 19, 21, 22
posti limititati, necessaria la prenotazione
 
Cecità
di Sara Meneghetti
regia Alice Grati
musiche originali Stefano Soardo
scene Marilena Fiori
con Anna Benico. Sabrina Carletti, Mirko Segalina, Stefano Zanelli
 
Cosa accadrebbe se il mondo all’improvviso diventasse cieco?
Da questa domanda parte José Saramago, che nel suo romanzo distopico racconta un’epidemia di mal bianco e il modo in cui gli uomini e la società reagiscono. L’idea cardine dello spettacolo è di immergere fisicamente lo spettatore nella storia, facendolo diventare protagonista e costruendo quello che è un percorso di discesa e risalita, di scoperta dell’inferno e purificazione, in cui tutti i sensi sono coinvolti. Le voci degli attori guidano e accompagnano, raccontano e fanno rivivere.
Ad ogni spettatore resta il compito di completare tutto ciò che non possono vedere con l’immaginazione.
 
Le repliche permettono un numero limitato di spettatori per volta, quindi è importante prenotare: scrivici a biglietteria.fcm@gmail.com 
 
Biglietti
€ 15 intero
€ 12 ridotto under 30-over 65
 

Forte Sofia - vista dall'alto

Forte Sofia è un forte austriaco dall’architettura suggestiva che si trova sulle colline di Verona, gestito da un’associazione di giovani fortissimi e “innamorati di Verona”, come loro si definiscono, che se ne prendono cura e lo tengono aperto.

 
Per la struttura del luogo consigliamo per lo spettacolo un abbigliamento comodo e caldo, da evitare i tacchi!
Lo spettacolo si terrà anche in caso di pioggia.
Per tutte le foto e il backstage segui l’evento sulla nostra pagina Facebook.
 
Giochi da camera

# Giochi da camera è la rassegna di musica da camera di Fucina Culturale Machiavelli

By TuttiNo Comments

# GIOCHI DA CAMERA

La nuova rassegna di musica da camera (e non solo) di Fucina Culturale Machiavelli

Nel mese di maggio Fucina Culturale Machiavelli, grazie al sostegno di Fondazione Zanotto, e con il patrocinio dell’Associazione Giochi Antichi di Verona, organizzatrice del Festival Tocatì, propone una nuova combinazione esplosiva: una rassegna di musica da camera ad alto coinvolgimento di pubblico.

Tre appuntamenti di musica che si terranno mercoledi 17, 24 e 31 maggio, alle 18 presso il teatro di Fucina Culturale Machiavelli, a cui verranno affiancati altrettanti giochi tradizionali, da una gara a fionde a percorsi di biglie. I tre concerti, in orario aperitivo, coinvolgono giovani talentuosi musicisti e interessanti programmi.

Rincorsa e salti trio non è una variante del Twister, ma il primo dei tre concerti, che vede un trio di fiati, Rebecca Maria Saggin all’oboe, Maria Laura de Pace al flauto e Filippo Avesani al clarinetto, eseguire musiche di Arnold, De Wailly, Andriessen e Holst, mentre il pubblico verrà coinvolto a sua volta da un gioco a dadi di story-telling collettivo, il più antico per eccellenza.

giochi da camera

Il 24 maggio Pietro Battistoni, Anna Camporini e Daniele Rocchi, ne Il Sonaglio, baroque trio, eseguiranno della buona musica salottiera per violino, violoncello e clavicembalo, accompagnando le note sul pentagramma con il gioco delle biglie. Musiche di Haendel, Boismortier e Platti.

Un tripudio di uccellini cinguettanti e amorosi tenzoni sarà invece l’ultimo appuntamento, il 31 maggio, che si accompagnerà al dimenticato, ma efficacissimo, gioco della fionda.

Il Trio delle Dame Ferraresi, i tre soprani Maria Clara Maiztegui, Sara Ricci e Cecilia Rizzetto e il clavicembalista Marcello Rossi, eseguiranno le musiche delle virtuose cantanti alla corte ferrarese del Cinquecento di Luzzasco Luzzaschi e del promettente compositore Alessandro Boratti.

Alla Fucina Machiavelli maggio è il mese della sperimentazione e degli accostamenti scherzosi, per non rinunciare alla primavera anche a teatro.

Biglietti: € 7 Intero
€ 5 Ridotto Under 35, over 65, Univr, Conservatorio

Alessio Manega compositore

Scrivere musica come progettare un edificio.

By TuttiNo Comments

Chiacchieriamo con il giovane compositore Alessio Manega, classe 1990, che ha collaborato con Fucina Culturale Machiavelli scrivendo un pezzo originale eseguito in prima assoluta il 29 aprile 2017 dall’Orchestra Machiavelli all’interno del concerto Pulcinella, accostato al celebre balletto di Stravinskij. Alessio ci parla di cosa significa per lui scrivere musica.

  • Ciao Alessio, parlaci di te, come sei arrivato alla composizione?

Ho iniziato a 13 anni con la chitarra, inizialmente classica poi elettrica. Quando ho iniziato il liceo a Verona, ho deciso di iscrivermi al conservatorio, ma dato che volevo approfondire il discorso musicale a livello teorico oltre che pratico ho fatto questa scelta avventata e quasi causale della composizione.

Non sapevo cosa fosse composizione, poi si è rivelata una scelta azzeccata. Mi è sempre piaciuto creare, ho scelto il liceo artistico. Ho approfondito la parte creativa della musica.

  • Che musica ascolti? Purista della classica o anche pop?

Ascolto tutto quello che c’è di buono. Sia classica che pop. Poi oggi si è abbastanza costretti. Se uno accende la radio non può scegliere, gli viene imposto, quindi ascolto di tutto di più. Cerco di avere un’apertura a 360 gradi, non ho generi particolari preferiti, anche perché il compositore di oggi deve districarsi tra più settori: cinema, classica, pop, e avere un orecchio allenato ai vari generi.

  • Dove prendi la tua ispirazione?

Ogni volta che inizi un nuovo progetto, come in architettura, devi avere l’idea di fondo e i materiali, che possono essere le note o anche gli strumenti, e questi spesso sono dati dal committente.

L’ultimo lavoro che ho scritto per l’Orchestra Machiavelli, ad esempio, aveva un organico dato, quello del balletto Pulcinella di Stravinskji (ndr), e anche un tema: la città di Napoli. Il pezzo si intitola Maschere. Ho costruito un brano in due movimenti, un adagio e un allegro, prendendo i temi da due compositori napoletani Alessandro Scarlatti e Domenico Scarlatti: si chiama Maschere perché maschero i loro temi musicali, che vengono stravolti da me.

Poi ogni volta in base alle richieste dell’esecutore o della realtà musicale, cerco di assecondare i gusti o le richieste. Ma è sempre un prodotto mio. Scrivere musica è come costruire un edificio: progetto i materiali, il dove e il come. Poi, sono giovane, non ho vincoli ben definiti. Anzi i vincoli cerco di evitarli.

  • Pensi che questo potrà diventare un giorno la tua professione?

Ho ottenuto alcuni risultati, ho vinto alcuni concorsi e in quelle occasioni ho conosciuto persone che mi hanno commissionato dei pezzi. Per il momento il progetto sembra utopico ma si, ci credo. Come in tutti i settori uno si deve fare il mazzo, non posso ottenere le cose dal nulla. E poi bisogna volerlo davvero, ma credo che se una persona ha un obiettivo ben definito deve cercare di ottenerlo a tutti i costi.

  • Pensi che la società ti permetta di esprimere le tue capacità?

Viviamo in un mondo che non ha più le leggi prestabilite e i vincoli di una volta. Oggi ci si confronta a livelli mondiali quindi se non va bene qui potrebbe andare bene da altre parti. Se uno parte con la tristezza addosso meglio che cambi mestiere.  Anche se ammetto che non è un periodo ottimale. Ma anche i grandi del passato, ognuno di loro ha avuto le sue difficoltà, anche Mozart e Beethoven, è un dato storico.

  • L’estate scorsa sei stato vincitore del 1° premio Concorso internazionale “2 Agosto” di Bologna, con un pezzo che è stato registrato e trasmesso su Radio 3 e su Rai 5. Parlaci di questa esperienza.

E’ stata una bellissima esperienza. Era la prima volta che mi confrontavo con una realtà professionale di alto livello, un corpo di ballo, il vero mondo della musica. La giuria ha scelto i tre vincitori finali, poi il pezzo veniva eseguito e messo in scena da un corpo di ballo. Una bella soddisfazione.

  • Alessio, qual è il rischio più grande che hai corso?

Deve ancora capitare. Oggi ogni passo è calibrato. Penso parecchio. Ne vale la pena o non ne vale la pena?

  • E qual è stata la tua mossa vincente?

Nel caso di Bologna scrivere un pezzo in cui univo diversi generi e linguaggi musicali.

Bisogna essere flessibili nello scrivere musica. Io stesso voglio mettermi alla prova con linguaggi differenti, senza fossilizzarsi su quello che uno sa fare ma andare dove non si è pronti al 100%. Credo che questo dovrebbero fare tutti gli artisti, trovata la formula magica, questa ti porta a fare le solite cose e inaridisce anche la creatività.

     Grazie!

 

 

 

Quattro attori e un frigo. Intervista a Niccolò Matcovich, regista di Compagnia Habitas.

By Stagione 16.17, Teatro, TuttiNo Comments

Chiacchieriamo con Niccolò Matcovich, autore, dramaturg e regista diplomato alla Paolo Grassi e fondatore di Compagnia Habitas, in scena con il suo ultimo lavoro Surgèlami nella stagione 2016-2017 di Fucina Culturale Machiavelli.

  • Niccolò raccontaci com’è nata Compagnia Habitas.

In realtà è nata per sbaglio, io non conoscevo gnomo, che sarebbe Livia Antonelli ma io la chiamo gnomo, informalmente. Ci siamo incontrati Read More

andrea cosentino attore

Best Vacuum Cleaner on the Market 2021, From Best & First

By TuttiNo Comments

The most effective hoover provide exceptional suction and can be used for tidying up pet hair, rugs and also even furniture. We have actually been putting the most effective Vacuum Cleaners(https://www.bestandfirst.com/vacuum-cleaner/) from Dyson, Miele, Vax, Henry Hoover and SEBO to the test to discover the very leading alternatives for your residence, no matter your budget plan. I’ll provide a list of cleaners on the market. This consists of qualified upright vacuum cleaners, traditional canister vacuums and some cordless stick vacuums, too. You can find all of them on BestAndFirst site(https://www.bestandfirst.com/).
The BestAndFirst platform provides an abundance of innovative brands selling well-designed, high-quality, and fairly-priced products. The directory of BestAndFirst acts like storefronts that link you directly to the brand’s owned shopping experiences. It’s easy to discover and compare the best of the best in all consumer categories including fashion, beauty, health, kids, pets, travel, personal care. With BestAndFirst, you can find the best for you. Like it slogan, it offers best-in-category products or services and wanna let you be the first to know.Best Handheld Vacuum(https://www.bestandfirst.com/best-handheld-vacuum/)
Best Canister – Miele Snowstorm CX1
Miele’s first bagless cleaner is readily available in numerous flavours. These range from a ₤ 249 Parquet version made for difficult floors to a ₤ 410 Comfort PowerLine with wireless controls on the handle for maximum ease. We examined the Cat & Pet version, which sits near the top of the array and boasts a turbo dusting brush flooring go to whipping up pet (and human) hair, along with a regular carpeting flooring head and one more for any type of flooring.
The tube is long but telescopic, making this an excellent cleaner for tall and also short individuals alike. We liked it for uncomplicated cleaning power. Its suction power is impressive thanks to a powerful, quick (more than 100km/h) cyclone. The solitary cyclone layout additionally produces low sound and controlled power. The cylinder moves efficiently on its castors and sets down acceptably on a stairway.Small Vacuum Cleaner(https://www.bestandfirst.com/small-vacuum-cleaner/)
The take care of fits in the hand and also the floor head pleasantly manoeuvrable. The pipe is extra-long, providing you 10m overall reach from the power socket. Tools (hole and upholstery nozzles) are kept aboard, easy to reach, and the handle has an integrated dusting brush that glides into place when you need it. We were wowed by the cleaning results from the Cat & Pet turbo brush roll; it left floors clean, so it’s very convenient for pet owners. And also the container was simple and relatively dust-free to empty.
Cleansing pauses for a few seconds every now and then: frustrating till you realize this is since the machine cleans its very own filter. There’s also a lifetime HEPA filter to capture the smallest particles. Vacuumed germs, dust and allergens, mould spores continuing to be safely within the filter for the hoover’s lifetime of the Blizzard CX1. Therefore, this vacuum has British Allergy Foundation approval.Best Vacuum Cleaner(Best Vacuum Cleaner information)
Best Upright – Dyson Ball Pet 2
Proprietors of huge homes will like the Dyson Sphere Animal 2. It’s obtained a cable television size of over 10 meters and also a bagless layout for very easy draining. The container has a push system that makes it easy to eject dust and also dirt.

In screening we liked exactly how well the Dyson Sphere Pet 2 reached even the edges of walls and also the corners of an area. It is a bit hefty when compared to a cordless vacuum, but plenty powerful adequate to compensate for this. The vacuum comes with a stairway device, mix tool, carbon fiber wind turbine tool and on-board storage space to make it easy to switch over in between various cleansing modes. Sound had not been too bad given the effective operation and the sphere makes it simple to swerve around the room as needed.
Dyson V11 Outsize
The Dyson V11 Outsize wowed us in testing, and it was only that steep price factor that held it back from a five star score. The product packaging was totally plastic-free, which was a large thumbs-up for our home appliances editor, and it showed up with 20% battery currently loaded up. Perfect for having a fast spin prior to setting it approximately charge. The run time is up to 60 minutes, which is pretty remarkable for a cordless vacuum. There are three modes to choose from: Eco, Vehicle, and Boost, and each one results in a different noise degree and suction, although all three settings held up extremely well in testing.
The soft roller head did a remarkable task on wood floors, and it comes included in the Dyson V11 Outsize. The vacuum cleaner also includes a charging dock, and will certainly take 4.5 hrs from empty to fully bill.
Key Point – Filters
When getting a hoover seek HEPA or S-class filters if you are allergy sufferers, as these are created to maintain small particles like pollen and also dust mite faeces. Sealed HEPA filters are most reliable as all air experiences the filter, while cleanable filters will certainly save you cash on substitutes.
Despite the fact that there is an abundance of innovative brands selling incredible online products, it’s really hard to find them. So the target of BestAndFirst is to offer top-designed, premium-quality, and lower-cost products for customers and provide a platform that enables people to make a positive impact on the world or their own life. For BestAndFirst, that’s a basic prerequisite for being a tech lifestyle(https://www.bestandfirst.com/blog/brand.

Luca Mammoli Generazione Disagio

Intervista a Luca Mammoli, attore e autore di Generazione Disagio

By Teatro, TuttiNo Comments

Inauguriamo il Blog della Fucina!! Nostra prima cavia e ospite Luca Mammoli, attore e autore del collettivo Generazione Disagio, che apre la stagione di teatro 2016-2017 di Fucina Culturale Machiavelli al Teatro ex Centro Mazziano con il loro spettacolo d’esordio Dopodiché stasera mi butto.

Luca, raccontaci com’è nata Generazione Disagio.

Fondamentalmente eravamo un gruppo di attori che avevano fatto la scuola insieme. Per un paio d’anni, dopo il diploma in Paolo Grassi, ognuno ha lavorato per i fatti suoi, a briglia sciolta. Poi, dopo due anni, Enrico fa “mettiamoci insieme, facciamo qualcosa”, quasi più per rinsaldare l’amicizia che per altro. Tutt’oggi non siamo costituiti come compagnia, siamo un collettivo, che si prefigge come scopo il teatro, ma non solo. Ci piace promuovere attività culturali sul territorio, coinvolgendo creatività di altri settori, musicisti, disegnatori.

Quale territorio?

La base è Milano, ma nessuno in realtà è milanese. Io sono umbro, Enrico di Genova, Graziano pugliese, Andrea è l’unico milanese per metà. Insomma ci siamo trovati perché volevamo fare cose nostre, dire la nostra, cosa che anche partecipando a produzioni di grandi teatri non ci era possibile. Il tutto è nato con delle cene, attorno a un tavolo, mettendo insieme degli spunti su cui scrivere a ruota libera. Quando abbiamo capito che era materiale che ci interessava davvero ci siamo chiesti: come renderlo drammatizzabile? Ci siamo dati una scadenza, il concorso Scintille del Festival di Asti. L’abbiamo lavorato, con materiale trovato qui e là, banchi di scuola, pezzi di recupero. A tre giorni dal debutto, non scherzo, mancavano tre giorni, avevamo questo spettacolo che parlava di suicidio, e ci siamo guardati in faccia: era un pippone. Allora Riccardo (il regista, ndr) propone: “Perché non ci giochiamo su?” E l’ironia ha ribaltato tutto. E’ nato il gioco. Questo modo di parlare dei problemi ma con ironia, un’ironia amara, pungente. Siamo andati al Festival ed è stato da subito un successo. Non abbiamo vinto, menzione speciale. Ma da lì, una cosa tira l’altra. Abbiamo conosciuto Tindaro Granata e Carmelo Rifici di Proxima res, loro si sono innamorati dello spettacolo e hanno deciso di produrlo. E dopo due anni siamo quasi arrivati alle cento repliche.

Voi quindi vivete di questo?

Non ho capito la domanda. La vita nel teatro? Alti e bassi, è difficile, lo sapete anche voi. Abbiamo anche altro, ma ci si prova, ci si prova.

generazione disagioProgetti futuri?

Beh, lo spettacolo ha già un seguito. Abbiamo portato Dopodiché al Teatro della Tosse, a Genova. All’inizio loro non sembravano convinti, noi abbiamo insistito per allungare la tenitura. Tre giorni in più, e vediamo come va. Hanno acconsentito e, in quei tre giorni, grazie al passaparola il teatro si è riempito tanto da dover mandare via la gente. Sono rimasti molto colpiti e ci hanno proposto: “Ve ne produciamo un altro, vi va?” Come dire di no.

Karmafulminien è stato in scena lo scorso dicembre al Teatro Elfo Puccini, a Milano. Ed ha avuto un bel successo. Ora non ci dispiacerebbe chiudere la trilogia e fare un terzo, vedremo. Nei prossimi mesi saremo lontani e sarà un periodo per capire.

Parliamo dello spettacolo, in Dopodiché stasera mi butto, hai parlato di risata amara. Siete Generazione Disagio, ma sentite in qualche modo una responsabilità verso la generazione di cui e a cui parlate?

Lo spettacolo parla di noi, di tutta una generazione, quindi si ride perché ci si riconosce. Si ride di sé stessi,  ( Il palcoscenico è uno specchio, no?) Esatto, non scomodiamo grandi temi come la fame nel mondo, ma prendiamo per il culo gli aspetti quotidiani della nostra vita, i piccoli suicidi quotidiani e il modo in cui noi ci buttiamo via nell’inazione, passando il tempo a piangerci addosso. Dopodiché è una gara a chi è più bravo a piangersi addosso. Ma lo scopo è tutto l’opposto. Rendersi conto di questo, e dopo aver riso fermarsi a pensare: queste risate mi sono rimaste un po’ in gola, questi tre personaggi mi fanno anche un po’ schifo. Una volta uno spettatore di Monza ci ha scritto una mail. Disse che lo spettacolo l’aveva un po’ infastidito, gli avevamo fatto schifo. Senza volerlo, ci aveva fatto un gran complimento. Questo è quello che vogliamo. Non ti chiediamo di eliminare la fame dal mondo, uno non saprebbe nemmeno da dove cominciare, ma di partire dal tuo piccolo. Spegnere lo smartphone mezz’ora al giorno, leggere un libro invece di scorrere la colonna delle notifiche di facebook. In questo senso lo spettacolo è un incitamento all’azione.

generazione disagio

Chiudiamo con due domande di pancia, qual è il rischio più grosso che hai mai corso? E qual è stata invece la tua mossa vincente?

Quando mi hanno fatto uno scherzo e durante una replica ho bevuto mezza bottiglia di vodka in scena. Scherzo (ma è successo davvero!). Seriamente, il rischio più grosso che ho corso è stato quando ho deciso di fare la Paolo Grassi. Avevo un lavoro, uno stipendio, una ragazza. E’ stato un lancio nel vuoto.

Ma quella è stata anche la mia mossa vincente, quindi la risposta alle due domande è la stessa. Se uno non rischia non vince. La comfort zone non ti fa scoprire niente. Bisogna mettersi in gioco, continuamente. Questo ti può portare a grandi incazzature quando le cose non vanno come vuoi, ma veder realizzato qualcosa per cui hai sudato ti dà grande libertà, e soddisfazione. Ti dà gusto.

www.generazionedisagio.com
https://www.facebook.com/generazionedisagio/?fref=ts
https://www.facebook.com/events/1346485745392833/

generazione disagio

#FateIlVostroGioco - Chiostro del conservatorio

L’Orchestra Machiavelli al Teatro Zandonai di Rovereto

By TournéeNo Comments
Il 12 novembre 2016, l’Orchestra Machiavelli è ospite nella stagione del Teatro Zandonai di Rovereto. Scelta per accompagnare il miglior allievo della Civica Scuola Musicale Riccardo Zandonai, il pianista sedicenne Daniele Lasta, l’Orchestra Machiavelli si cimenta in formazione allargata con 32 elementi, in veste più elegante di come siete abituati a vederla, ma non con minor grinta e voglia di divertirsi. Read More

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Teatro ex Centro Mazziano - Via Madonna del Terraglio 10, Verona