La storia dell’Ora di Musica è una storia di amicizia ventennale. Innanzitutto amicizia del quartetto, oltre che per il quartetto. Ne l’Ora di Musica infatti, fatto abbastanza unico, sono i loro componenti a decidere la direzione artistica della stagione, a scegliere i brani, il repertorio e gli ospiti.Il quartetto definisce tutto quello che è il calendario, i contenuti musicali della stagione e con chi relazionarsi, spesso sfociando in amicizie che l’Ora di Musica ha trovato sulla propria strada.
A partire da Paolo Valerio, all’epoca direttore artistico del Teatro Nuovo, che nel lontano 2006 ha espresso il desiderio di realizzare una stagione musicale che potesse valorizzare il foyer del Teatro Nuovo, diventato in seguito il Teatro di Giulietta.
Per svariate vicissitudini legate al Nuovo, la stagione si è dovuta spostare altrove. Il Quartetto è stato ospite presso il Circolo Ufficiali, a Castel Vecchio, dove il colonnello Walter Di Domenica ha ospitato la stagione per plurime edizioni. In seguito, l’Ora di Musica è approdata all’Hotel Due Torri, grazie all’intervento del direttore Silvano De Rosa.
Necessario nominare un carissimo amico del Quartetto: Alberto Rasi. Nelle fasi embrionali del progetto, il quartetto si alternava ad un consort di viole. Nonostante il progetto oggi veda solo l’ensemble d’archi, a distanza di molti anni, Rasi interviene nelle stagioni con i suoi progetti.
L’Ora di Musica, oramai da qualche anno, è approdata in Fucina Machiavelli: dove il Quartetto ha trovato una nuova e fondamentale amicizia.
L’impronta è rimasta la medesima di quando è nato il progetto, ossia far sentire musica da camera. Da sempre fondamentale ne l’Ora di Musica è coinvolgere il pubblico: proporre un concerto all’insegna della condivisione, parlando di autori, del loro repertorio e delle loro idee musicali.
Il Quartetto festeggerà la XX esima edizione domenica 27 ottobre 2024 alle 11 con un cocnerto molto particolare, info e biglietti qui
“Un uomo influente scaccia un gruppo di bambini che sta giocando, danzando e cantando intorno alla maschera intagliata della Grande Madre. Dopo essere caduto malato, l’uomo consulta un oracolo: agli dei non è piaciuto il suo comportamento, dal momento che i bambini li stavano onorando. L’uomo non capisce, l’oracolo spiega.
Tutto ciò che è prezioso è fragile.
Così è anche la tua vita.”
Passeggiando nel padiglione del Benin, alla Biennale di Venezia, ci siamo imbattuti in questa leggenda apocrifa, raccontata dal curatore Azu Nwagbogu, e nella frase che la riassume.
Ci è piaciuta tanto da sceglierla come titolo della X stagione di Fucina Culturale Machiavelli.
Gli spettacoli e i concerti qui presentati sono stati scelti per comporre un’ode a tutto ciò che è prezioso e fragile.
Tutto ciò che è piccolo, tutto ciò che è nascosto, tutto ciò che è appena nato. La fantasia dei bambini, le cose dello spirito. La gentilezza e le api, la diversità, le case di Pompei, i libri antichi, la diplomazia, un albero che cresce infilando le radici tra le rocce, il pensiero, il lavoro culturale e quello degli insegnanti, la vita umana in un teatro di guerra, una stella che non si sa se sia ancora viva ma la cui luce arriva ancora, il tuo tempo con chi ami o per fare ciò che vale davvero la pena fare. Read More