La nuova camera acustica del teatro Fucina Culturale Machiavelli
Nel 2015 la neonata associazione culturale Fucina Machiavelli prende in affitto – prima una sera per volta – poi, nel tempo e grazie alla lungimiranza della proprietà dell’Istituto Mazziano, con un affitto pluriennale, una vecchia sala cinematografica, da quasi un decennio caduta in disuso dopo decenni di intensa e partecipata attività culturale.
La sala emana quell’odore misto di polvere e nostalgia, per il passato glorioso che ancora è nella memoria di tante persone della generazione prima della nostra, come una macchina da corsa d’epoca ferma nel tempo che però all’occhio romantico di un gruppo di ragazzi di vent’anni, necessita solo di un’oliatina per tornare a correre la formula uno.
Da allora, il nostro impegno per rinnovare la sala dell’ex Centro Mazziano, non si è mai fermato: pur con pochi fondi, in modo indipendente, con l’aiuto di fondazioni cittadine sensibili ai temi culturali e la partecipazione crescente dei cittadini come pubblico, ogni stagione gli spettatori di Fucina hanno potuto riscontrare piccoli ma sostanziali cambiamenti, che hanno permesso la realizzazione di otto stagioni teatrali e musicali. In primis, la creazione di un impianto audio e luci che supportasse lo spettacolo dal vivo. E quest’anno, una novità che fa fare un salto di qualità allo spazio come sala da concerto: una camera acustica progettata e realizzata su misura.
Ma che cos’è una camera acustica?
La camera acustica è una struttura in legno che ha la funzione di fornire agli strumenti acustici l’ambiente ideale per suonare. La strumentazione che noi usiamo, gli archi in particolare come i violini, le viole, i violoncelli e i contrabbassi, ma anche i fiati e la stessa voce umana, tutto ciò che è suono insomma, nascono prima dell’invenzione del disco, della registrazione e della masterizzazione, quel processo che viene fatto sul registrato per fare in modo che quella musica suoni bene ovunque, e su qualunque supporto. Questo viene fatto anche nella musica live, con l’amplificazione: comprimere le frequenze affinché suonino bene.
Questo nella musica acustica non avviene. Significa che il suono ad esempio del violino ha una grandissima variazione a seconda della stanza in cui viene suonato. In una sala avrà un suono, in un’altra sala con caratteristiche diverse, un altro suono, e le variabili sono moltissime: dai materiali delle pareti, alla conformazione, finanche al numero degli spettatori presenti in quel momento, e questa grande variazione dipende dal fatto che le vibrazioni degli strumenti acustici vivono insieme all’ambiente: hanno bisogno del rimbalzo delle pareti (per questo la registrazione della musica classica ha bisogno di una serie di accorgimenti al riguardo). Le musiche per ensemble cameristici e orchestrali sono musiche scritte per sale ampie, con riverbero.
La nostra sala, l’ex Centro Mazziano, era stata progettata negli anni ’60 come cinema, quindi il suo scopo era quello di “asciugare il suono”, portare via le frequenze in modo che i suoni masterizzati e amplificati dei film arrivassero alle orecchie degli spettatori senza riverberi né rimbombi, il più puliti possibile. E questo è esattamente il contrario di ciò di cui gli strumenti acustici hanno bisogno.
La camera acustica, con il suo studio di curvature, di spessori, di materiali è appositamente studiata per dare agli ensemble e agli strumenti acustici che suonano al suo interno la rotondità di suono necessaria per avere la migliore esperienza sia dalla parte di chi suona sia soprattutto dalla parte di chi ascolta.
Finalmente Fucina è una sala da concerto
L’idea è nata dal Direttore Artistico e musicista Stefano Soardo, che ne ha affidato la progettazione ad un ingegnere esperto in acustica architettonica, Michele Perazzoli, e la realizzazione ad un giovane artigiano e collaboratore di Fucina, Pietro Paloschi. Professionisti del territorio per un’impresa culturale che ha tra i suoi obiettivi quello della creazione di lavoro. E risultato ha confermato la bontà di questa scelta.
“L’ho esperito sia come concertista – dice Stefano Soardo – sia da spettatore, e posso dire che il suono acquista la sua ricchezza, che sono le armoniche, altrimenti in parte assorbite dall’impianto di fonoassorbenza pensato per il cinema. Con la camera acustica il suono diventa più ricco, composito, più colorato, assume sia le sfumature sia quel pizzico di riverberazione che lo rende più bello, gradevole e appunto esalta queste frequenze, le frequenze armoniche che sono contenute in ogni singolo suono: finalmente Fucina è una vera sala da concerto”.
La realizzazione è stata affidata ad un tecnico e artigiano che collabora con Fucina dall’inizio della sua carriera, dove ha ricevuto l’inizio della sua formazione e che collabora ora con i maggiori teatri della città di Verona, il giovane talentuoso Pietro Paloschi:
“Per me è stato un progetto gigantesco, – dice Pietro – per le dimensioni del mio laboratorio di falegnameria. Per questo sono molto grato della fiducia ricevuta e sono molto soddisfatto di come la camera funziona tecnicamente, autoportante e sicura. Il sistema delle ruote del pilaggio e delle ribaltine è molto efficace e anche dal punto di vista estetico il laminato nero ha dato un effetto strepitoso che non avremmo mai ottenuto verniciandola. Ma soprattutto sono contento che il lato acustico abbia ottenuto un riscontro molto positivo da parte di tutti, dei musicisti (che sono esterrefatti per il miglioramento dell’acustica) e del pubblico: un grosso upgrade per Fucina”.
Progettare il suono
“Felicissimo e soddisfatto – si dice l’ingegnere Michele Perazzoli, esperto in acustica architettonica e ambientale – di avere accolto la chiamata del maestro Stefano Soardo, che desiderava migliorare l’acustica della sala per i musicisti stessi e per il pubblico, nell’ottica di una crescita di una realtà dinamica come quella di Fucina Machiavelli. Il Centro Mazziano è un ex cinema pertanto la sua acustica risultava correttamente molto “asciutta” con un tempo di riverberazione basso, pertanto la progettazione è andata nella direzione di migliorare le riflessioni sul palco in prossimità dei musicisti e verso la platea con l’ausilio di moduli di pannelli curvilinei, che essendo mobili, possono adattarsi facilmente alle varie formazioni di musicisti che si presenteranno sul palco. A seguito della progettazione è stato un piacere collaborare, discutere, “inventare” con Pietro Paloschi alla ricerca delle soluzioni per realizzare quanto progettato. Il primo passo per realizzare il “sogno” è fatto, ora sta a lei maestro”.
E con questo invito, non resta che augurare Buona Musica a tutti gli artisti che calcheranno le tavole del nostro palco.
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