24 marzo 2018
Fucina Culturale Machiavelli
DOMESTICALCHIMIA
con Zoe Pernici, Elena Boillat e Barbara Mattavelli
regia Francesca Merli
drammaturgia Riccardo Baudino e Francesca Merli
sound design e musiche Federica Furlani
movimenti scenici Elena Boillat
costumi Nadia Gini
light design Silvia Laureti e Isadora Giuntini
produzione di DOMESTICALCHIMIA
Se almeno una mattina della vostra vita, vi siete alzati dal letto e vi siete detti: “No. Oggi non esco. Perché dovrei? A proposito, perché mi sono svegliato?” – e magari poi avete deciso di passare tutta la giornata davanti allo schermo del vostro computer, cliccando e navigando tra miliardi di link inutili e blog improbabili, se vi è successo almeno una volta, allora la storia di Anita parla anche di voi. Perché racconta la nostra paura di vivere le emozioni e del nostro bisogno di condivisione. Perché la quotidianità – reale e virtuale – del mondo di Anita è fatta di piccole manie contemporanee, comunissime e apparentemente innocue, ma che spesso si rivelano come segnali di vere e proprie patologie. Quella di Anita, le fa dire ogni giorno: “No. Oggi non esco”. E così la sua vita si trasforma in un perenne video-blog.
Anita è una blogger che si è autoreclusa nel suo appartamento. Trascorre le sue giornate in compagnia dei suoi follower e di Sam, un’amica immaginaria. Ma la sua quotidianità viene sconvolta improvvisamente dall’arrivo della Signora, una figura misteriosa che le fa scoprire il Complotto dei Rettiliani, una razza aliena di rettili umanoidi che grazie ai loro poteri governano segretamente la Terra. Da questo momento, Anita perde progressivamente ogni contatto con la realtà: si convince che i Rettiliani siano ovunque e che siano in grado di mimetizzarsi tra gli esseri umani. La paura cresce fino a diventare totalizzante, e Anita si trasforma in un esempio vivente della paranoia ai tempi di internet e del trash.
Ma com’è possibile questa metamorfosi? Qual è l’origine di questo disperato bisogno di “camuffare” la realtà? Qual è la paura più profonda e reale di Anita? Scontrandoci con queste domande insieme con la protagonista, ci ritroveremo a domandarci se esistono dei contorni perfetti dentro i quali vivere.