Descrizione
Lo spettacolo
La storia racconta in chiave attuale le vicende del personaggio del romanzo, calato però nel contesto degradato della periferia di una grande città: un cupo agglomerato di palazzoni ad alveare e case popolari.
Fantine è rappresentata nell’attimo prima di morire, che giace incinta su un letto di ospedale; come se fosse sospesa in un coma, o in un luogo dell’anima, rivede tutta la sua vita, tutto ciò che l’ha condotta lì, nel tentativo di definire il senso della propria esistenza.
Così Fantine inizia a raccontare la sua storia: la vita nella casa popolare, la storia dei suoi genitori, la Mamma fuggita in Belize e il Papà che ha smesso di parlare. Racconta il luogo in cui vive, i panorami disperanti, le persone che vi abitano e vi si rispecchiano. Racconta l’abbandono e l’assenza di esempi positivi, la difficoltà e allo stesso tempo l’importanza di scegliere. Racconta l’amore, unica possibilità – in tanta ignoranza e miseria – di cambiare il destino, di contenere la mancanza di controllo che l’uomo ha sulla propria esistenza.
Note di regia
Nel confrontarsi con uno dei caposaldi della letteratura romantica ottocentesca e con uno dei suoi personaggi più rappresentativi, abbiamo intrapreso la strada della riscrittura, traslando in chiave attuale alcune vicende della storia, mantenendo intatte le tematiche, il senso dell’opera e del personaggio.
Abbiamo scelto che Fantine raccontasse la sua stori nell’istante prima di morire: come in un metafisico cinema dell’anima, le riflessioni di Fantine in punto di morte sono riportate in scena attraverso video proiezioni.
“Io, ho avuto un significato?”, partendo da questa domanda, Fantine ripercorre a ritroso gli eventi che l’hanno portata a quel punto. L’assenza dei genitori, che nei Miserabili sono assenti perché morti, nella nostra riscrittura si traduce in un’assenza “nella presenza”. I genitori di Fantine sono vivi, ma semplicemente non hanno i mezzi per relazionarsi con la propria figlia. Come una sorta di eredità Fantine è costretta ad accogliere una condizione vitale senza prospettive, in cui il tema delle scelte diventa cruciale. Se l’unica possibilità di redenzione nei Miserabili consiste nell’amore, inteso come cammino di fede verso il divino, nella nostra scrittura si configura sì nel potere salvifico che ha l’amore, ma Amore inteso come consacrazione a qualcuno o a qualcosa. Amore in contrapposizione all’odio, all’indifferenza, all’emarginazione e alla rovina. Amore come possibilità di spezzare l’inerzia di un destino già scritto. Amore come scelta di vita. Questo atto di amore, come nel romanzo di Hugo, conduce alla nascita di una figlia.
Lo spazio scenico, che per elementi e materiali allude e richiama i panorami periferici, riprende concettualmente il tema delle scelte, attraverso pesi e carrucole che calano Fantine nell’ ipotetico ventre di una bilancia. – Michele Mariniello
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