Descrizione
Ultimo appuntamento della stagione concertistica Un’ora di musica che chiude anche il ciclo al suo interno dedicato al pianoforte nella musica da camera.
Nel corso di questo ciclo, per il quale il Quartetto Maffei si è distribuito nei vari programmi, abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare il trio voce, violino e pianoforte, il trio viola, clarinetto e pianoforte, il quartetto e il quintetto con il pianoforte, il duo con il violino e, in questo ultimo concerto, il duo con il violoncello.
*In origine il duo doveva essere composto da Paola Gentilin e Marco Belluzzi che però non potrà essere presente e sarà quindi sostituto da Margherita Santi, talentuosa e affermata pianista.
Introduzione al concerto
Quando alla fine del diciottesimo secolo Beethoven componeva le prime due sonate per violoncello e pianoforte il genere non esisteva ancora, come forma specifica e affermata. Il rapporto tra il pianoforte ed uno strumento di tessitura grave pone infatti problemi compositivi particolarissimi e di difficile soluzione, perché il suono del violoncello viene facilmente coperto dal suono del pianoforte. Il fatto che la Sonata per pianoforte e violoncello non fosse ancora stata affrontata da autori come Haydn e Mozart permise però a Beethoven una grande libertà compositiva che divenne fondamentale non solo nell’arco biografico-stilistico beethoveniano, ma nella storia stessa della musica da camera.
La quinta ed ultima, e forse la più profonda e più bella, delle Sonate di Beethoven per pianoforte e violoncello – in re maggiore, op. 102 n. 2 e rappresenta in pieno l’evoluzione compositiva del genio di Bonn, come è accaduto per altre forme musicali, pensiamo alle sonate per pianoforte o ai quartetti per archi.
La Sonata in mi minore fu iniziata da Brahms nel 1862, dopo che l’autore aveva svolto una brillante attività pianistica in lunghe tournées in Germania e fuori. Da principio il musicista aveva scritto due movimenti e un adagio, ma non rimase soddisfatto da quest’ultimo tempo, tanto è vero che accantonò la Sonata per riprenderla poi nel giugno del 1865 e aggiungervi un Finale in forma di fuga. La prima esecuzione ebbe luogo a Lipsia solo il 14 gennaio 1871. Passeranno più di vent’anni prima che il genio di Amburgo si dedichi nuovamente a questa forma musicale, per la sonata op. 99.
