Quarto appuntamento della rassegna Mondovisioni, lunedì 31 gennaio alle 21 nel Teatro Fucina Machiavelli, con il documentario The Last Shelter, del regista di Ousmane Samassékou, vincitore del festival CPH:DOX 2021.
The last shelter (L’ultimo rifugio) è la Casa dei Migranti di Gao, in Mali che sul bordo del Sahara accoglie chi in transito verso no o torna deluso e sofferente dall’Europa e cerca di rimandare il più a lungo il rientro a casa.
Qui, Esther e Kady, due adolescenti arrivate del Burkina Faso, stringono amicizia con Natacha, una donna che ha perso la memoria, insieme alla speranza di ritrovare la via di casa. Il trio condivide momenti di gioia, speranza e tenerezza, ma le ragazze non riescono a scrollarsi di dosso il desiderio di un futuro lontano, anche quando questo si scontra con la realtà di chi è tornato, traumatizzato dal fallimento. La casa difficilmente può proteggere dal richiamo del deserto, dal suo mormorio lontano che sussurra storie di sogni e incubi.
Ousmane si mette al loro fianco, filmando intorno a sé senza calcare la mano, per dare voce a queste storie normalmente inascoltate.
«Stavo pensando da tempo a un film sull’immigrazione» spiega il regista «ma non ero convinto della forma con cui realizzarlo, non sapevo se doveva essere una finzione o un documentario. Volevo anche che in questo mio racconto ci fosse il deserto. Continuando a lavorare ho scoperto la Maison du Migrant, sono andato a vedere, e tutto è iniziato da qui».
A fine proiezione Stefania Berlasso di Heraldo modererà l’approfondimento con Mario Mancini, presidente di Progettomondo, una ONG con base a Verona che promuove progetti di cooperazione e solidarietà internazionale, in Africa e America Latina, e di Educazione alla Cittadinanza Globale (ECG) in Italia ed Europa.