Descrizione
LO SPETTACOLO
La maestra Lara Ledda, appena arrivata a Roma dalla Sardegna, si ritrova ad insegnare nella “classe di semi-recupero” dove la scuola relega i bambini che considera irrecuperabili, figlie di immigrati e di abitanti delle baraccopoli, metà delle quali non vengono a lezione.
La segretaria cerca di dissuaderla ma la maestra è decisa, vuole abbinare un volto a questi nomi sul registro, a questi banchi vuoti: andrà nel villaggio di baracche a cercare le bambine. Qui scopre un’umanità di immigrati, prostitute, travestiti. Conosce Esterina che ha undici anni e dice di avere un fratello sassofonista di cui parla continuamente anche se nessuno le crede mai, e Paola che è da quando aveva otto anni che suo padre le ha insegnato a rubare, e Ortensia che ha una sorella zoppa e bellissima che canta nelle osterie e si dice faccia sparire la gente.
Forse i racconti delle bambine non sono veri ma certamente è vero il bisogno che le spinge a raccontarli. E quando la maestra riesce a prendere sul serio la loro immaginazione, è proprio lì che trova l’ispirazione per battere nuove strade. Si trova a sperimentare un nuovo modo di fare scuola in cui lo scambio e l’apprendimento sono reciproci e attraverso cui le bambine, dal sentirsi gli scarti di una scuola e di una società che le rifiuta, intraprendono un percorso verso la consapevolezza e la dignità.
Una storia di fantasia, nella quale riecheggiano storie verissime di maestri coraggiosi che hanno sperimentato modi diversi di insegnare, raccolti in due anni di indagine sul campo. Uno spettacolo che parla di educazione e quindi apre ad una riflessione su come vogliamo immaginare il futuro, perché qualsiasi proposta pedagogica porta con sé un’idea di cittadino futuro, quindi una visione del mondo.
Arricchiscono il flusso narrativo illustrazioni videoproiettate (di Kamilla Lucarelli) e musica dal vivo (Simone Arlorio), riprendendo e amplificando il gioco di immaginari suggerito dalla storia, per uno spettacolo davvero intenso.
LA NOSTRA OPINIONE
Questo spettacolo si inserisce all’interno del tema della nostra stagione “Pari e Dispari” perché parla della cultura e dell’istruzione come veri motori di cambiamento e giustizia sociale. La scuola è la prima occasione per tutti i cittadini di accedere alle stesse opportunità ed è questa la vera vocazione dell’insegnante: aprire ai propri studenti la porta di un futuro possibile. La storia della maestra Lara ricorda quella di Don Milani, e ci interroga su ciò che ancora oggi il sistema potrebbe fare per sostenere gli insegnanti nelle sfide che si trovano ad affrontare ogni giorno.
CREDITI
di e con Giulia Angeloni
regia Francesca Cassottana
musiche dal vivo Simone Arlorio
set e lighting design PLASMA
visual design Kamilla Lucarelli
costumi Alice Delfino
produzione I Franchi APS
co-produzione Tedacà
grazie a Teatro La Fenice di Arsoli e Proxima Res